Il dolce inganno del cibo senza zucchero

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cibo sugar free

Conferiscono dolcezza senza incidere sulle calorie. Ma le sostanze che sostituiscono lo zucchero sono sicure?T

Merendine senza grassi, bibite senza calorie, mozzarella senza lattosio, zucchero senza zucchero!

Ormai le aziende alimentari propongono prodotti sempre più strani pur di attirare l’attenzione di un consumatore diventato attento ed informato sulle problematiche che una dieta ricca di zuccheri può riservare.

E giocando sul bombardamento psicologico del “sugar free” o “light” stanno diffondendo sul mercato prodotti sempre meno calorici.
Se è vero che la versione “leggera” dello stesso prodotto contiene meno calorie rispetto a quella originale, le sostanze che sostituiscono lo zucchero sono sicure?

I dolcificanti

Spesso quando leggiamo “senza zuccheri aggiunti?” sulle etichette di alcuni alimenti il saccarosio è sostituito da edulcoranti, ovvero molecole costruite in laboratorio (dolcificanti di sintesi).

Tra i più diffusi abbiamo la saccarina (E954), l’aspartame (E591), l’acesulfame (E950), il sucralosio (E955) e il ciclamato (E952).

Il loro vantaggio è quello di conferire un potere dolce agli alimenti senza però incidere sulle calorie e quindi teoricamente sostituire alimenti zuccherati con i loro cugini “leggeri” dovrebbe evitare l’assunzione di tante calorie inutili, riducendo pertanto l’incidenza dell’obesità.

Peccato però che questa strategia si sia rivelata fallimentare in quanto il numero di persone in sovrappeso invece di diminuire sembrerebbe aumentare.

Da tempo si cerca di capire se l’uso degli edulcoranti sia cosi innocuo e se il loro consumo possa avere qualche impatto negativo sulla salute.

Molti studi li condannano, altri invece ne sottolineano la pericolosità solo a dosi massicce il cui raggiungimento parrebbe impossibile all’interno di un regime alimentare bilanciato.

Ad esempio l’aspartame è ritenuto sicuro quando non supera i 40 mg/kg, cioè per una persona di 70 Kg equivarrebbe al consumo di 12 lattine di bibite light.

Però qualche tempo fa è stato pubblicato uno studio di un gruppo di ricercatori israeliani riguardante la somministrazione di saccarina, sucralosio e aspartame a dei topi di laboratorio ed è stata confrontata la loro glicemia con quella di altri topi ai quali invece era stato somministrato dello zucchero.

Ebbene si, la glicemia dei ratti alimentati con i dolcificanti risultava molto più alta rispetto a quella del gruppo alimentato a zucchero.

Un’altra sconvolgente scoperta è stata fatta anche sulla flora intestinale degli animali sottoposti a regime alimentare ricco di edulcoranti la quale presentava batteri tipici di quella che solitamente è presente nei topi obesi.

Per rendere lo studio ancora più attendibile, la ricerca è stata allargata su 400 pazienti umani.

Risultato?

Dopo solo 4 giorni di dieta a base di dolcificanti la loro glicemia è risultata alterata cosi come la flora batterica intestinale.

La stevia

Da qualche anno è sempre più presente nei negozi biologici ma anche tra gli scaffali dei supermercati un nuovo dolcificante naturale, la stevia.

Si tratta di una pianta tipica del sud America, Brasile e Paraguay in particolare, il cui potere dolcificante è 200 volte superiore rispetto a quello dello zucchero grazie alla presenza di steviosidi e rebaudioside A.

E’ acquistabile sia sotto forma di polvere che in forma liquida.

Ricca di ferro, manganese, vitamine e carboidrati, spesso nell’antichità veniva usata come rimedio omeopatico.

La diatriba riguardo la sua pericolosità è sempre aperta: c’è chi la ritiene sicura e utilizzabile dai diabetici o dalle donne in gravidanza, chi invece ne esalta la pericolosità attribuendole anche un certo livello di cancerogenicità.

Conclusioni

Le bibite light creano una sorta di dipendenza e abusandone il palato perde interesse per altri sapori non apprezzando più cibi non zuccherati.

Inoltre ogni qualvolta si assumono prodotti contenenti zuccheri artificiali il corpo riceve un “ambiguo” segnale psicobiologico, e il sistema di regolazione dell’appetito viene in un certo senso messo in crisi.

Risultato?

Tutto questo ci spinge a mangiare di più per compensare le calorie non pervenute (paradosso del dolcificante).

Poiché dunque non vi è evidenza scientifica, né realistica, che la sostituzione di prodotti zuccherati con quelli light riduca il rischio di obesità, il consiglio è quello di evitare stratagemmi che hanno come scopo solo quello di farci sentire meno in colpa.

Bisogna invece tagliare le calorie in eccesso eliminando completamente i cibi zuccherati o riducendoli il più possibile, senza andare alla ricerca di alcun sostituto.

D’altronde per dimagrire non esistono pozioni magiche, il segreto è sempre lo stesso: mangiare meno, meglio e soprattutto muoverci di più!